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GS nasce per promuovere una riflessione pratica sullo spazio urbano e sulle sue possibilità di trasformazione in ambiente verde.

In questo discorso di relazioni GS propone uno strumento che contribuisca ad intendere la natura e il suo linguaggio. Si tratta di piccoli giardini, chiamati Green Shoots, che richiedono un intervento diretto della gente per essere realizzati, sia nella scelta della localizzazione sia nella successiva costruzione. Possono essere alla portata di tutti, permettere di seguire l'intero orizzonte progettuale e gestionale, attraverso il quale acquisire un processo conoscitivo e la capacità critica per intervenire attivamente nel discorso sulla natura.

GS esorta a "guardare meglio", invita la gente alla pratica di uno sguardo attento: esplorare, vedere, immaginare e quindi trovare il giardino anche là dove non si è abituati a pensarlo (parcheggi, cortili, strade, tetti, ecc.). Lo scopo è di imparare a leggere l'identità del nostro territorio, incominciare a distinguere la specificità dei contesti, cercare la vocazione dei luoghi e soffermarsi sui materiali vegetali per convergere nel progetto di un giardino in equilibrio con l'ambiente che lo ospita.

Al contempo GS è un invito a imparare a leggere i benefici e i servizi che la natura ci offre. In un'ottica di ottimizzare la conservazione delle risorse e minimizzare i potenziali problemi ambientali, GS è un piccolo giardino pensato per svolgere importantissime mansioni: migliorare la qualità dell'acqua e dell'aria, controllare l'erosione del suolo, migliorare la qualità dei suoli, provvedere all'habitat di api, animali selvatici, ecc. Lo scopo è di individuare le problematiche ambientali presenti in sito, definire obiettivi ecologici e conseguentemente individuare il sistema vegetale più consono a ridurre le problematiche analizzate, secondo un ordine che prosegue diritto fino a che non ha raggiunto il suo obiettivo: scegliere il giusto GS per il luogo giusto. Si potranno costruire GS specifici per depurare l'acqua e filtrare l'aria, proteggere il suolo, costruire ambienti adatti ad api, ecc.

GS è di forma semplice e dimensioni ridotte. Un GS è grande quanto un posto auto in un parcheggio (al quale può essere eventualmente sostituito): 2,5x5m. Può contenere le possibili varianti successive fino a farsi sistema, consuetudine, cultura. Così che possa trovarsi in condizione di continuità e che si possa considerare la conquista degli spazi progettati - coperti della vegetazione - come un processo in atto e in continua evoluzione.


Alcune norme di progettazione

Il giardino è un contenitore e mai da una forma preconcetta. I contenuti possono essere: il suo disegno, le forme, le nature diverse che dentro di esso possono prendere vita, i loro reciproci rapporti nello spazio, le armonie che se ne possono trarre - non solamente tra gli elementi vegetali - ma anche attraverso gli interventi degli artisti.

Nella progettazione non solo è la natura dei singoli alberi, delle singole piante ad orientare le scelte e la disposizione di esse nel tempo e nello spazio del giardino. La condizione necessaria è che a nessun costo le piante siano distribuite secondo un disegno, ma valgano ciascuna nella sua interezza, costituita dai suoi pieni quanto dai suoi vuoti. Come in una composizione musicale, questa è la condizione necessaria perché un giardino abbia, assieme al corpo, anche un'anima.
E' importante stabilire uno spazio minimo che vada assolutamente rispettato e mai superato tra albero e albero, in modo tale che mai vengano a confondersi l'uno con l'altro (anche nelle strade e nei viali).
La distanza tra oggetto e oggetto, tra pianta e pianta potrebbe essere la prima lezione da imporre perché si arrivi finalmente ad apprendere il valore delle forme degli alberi e dei loro spazi, vuoti compresi.


schema di orientamento
del GS

schema delle ombre
degli alberi

Nello spazio che si vuole progettare a giardino l'obiettivo è quello di cogliere, di trovare nel luogo, nella formazione del terreno, nella presenza di una vegetazione originale, la chiave con la quale operare.
E' il lavorio del tempo che con il suo trascorrere dà forma al giardino, il ritmo della luce che ne sagoma ombre, piani e profondità, la trama del colore che lo veste, il filo del volgere delle stagioni, il rapporto che si crea tra giardino e giardiniere.
Un giardino concepito dando risalto agli elementi del paesaggio locale occorre pensarlo sempre come uno spazio in evoluzione per il suo futuro. Cosa non facile da far accettare, essendo dominati per la maggior parte dal principio - nel caso del giardino come della casa - delle "chiavi in mano".


schema di azione della
vegetazione frangivento


schema di azione della
vegetazione antierosione

Presso i cinesi, i quali sono stati tra i primi creatori di giardini, era diffusa l'idea - quasi una regola - che l'ambiente che circondava l'area di progetto fosse considerato e valesse come un "giardino preso a prestito". Tradotto in altri termini, quello che si richiede ad un giardino, perché acquisti una sua sostanza ed individualità, è che si armonizzi col paesaggio naturale originario, sia che in esso si trovi ancora situato o che quest'ultimo sia anche episodicamente o frammentariamente presente.


schema di modellazione del terreno

Il giardino è letteralmente come il teatro, uno spettacolo diviso in atti, nelle sue quattro stagioni e nelle vicende che in esse si susseguono, e al medesimo tempo è il luogo degli oggetti che nello spazio e nell'esperienza della vita trascorsa ci hanno suscitato impressioni ed emozioni. Prima di tutto sono gli alberi ad essere i veri protagonisti del giardino. Agli alberi più diversi nelle specie e nei loro singoli esemplari, come ai personaggi di una storia, di una narrazione o di un dramma possiamo decidere di dare nel giardino una parte.


schema di disposizione
della vegetazione


Possibili Sviluppi

Ogni obiettivo ha una propria scala d'intervento e ogni GS opera alla propria scala. La vitalità e le molteplici soluzioni che la natura ci offre, le svariate tecniche costruttive consentono l'invenzione di giardini nuovi perché immaginati e realizzati dove non erano.
Esiste un' ampia letteratura su come progettare giardini, anche se ci sono ancora molti gap nel comprendere le funzioni ecologiche e socioeconomiche dei sistemi verdi e dei loro impatti. In primo luogo - in un gioco di reciproca interazione - è proprio la lezione di questo artefatto che è il GS a ricordarci il potere di invenzione della natura.

Chi ha la fortuna di possedere un giardino (o di trovarne uno), insisto, lo deve considerare come uno stimolo alla creazione, ad un rapporto sempre nuovo con un mondo come quello organico in continua trasformazione.

Un investimento oggi per la progettazione e la divulgazione di un approccio di questo tipo a livello privato, familiare, scolastico, istituzionale, così come si sta già attuando in città come Torino, Bologna (per fare alcuni esempi a noi vicini), si può concretizzare domani in un risparmio nella gestione degli spazi verdi, sempre che chi curerà in futuro gli spazi sia tenuto a seguire un progetto armonioso predeterminato.
Il risparmio nella gestione degli spazi aperti comporta innanzitutto la possibilità di aumento di superfici verdi.

Si potrebbero sviluppare le potenzialità che sono insite in questo discorso di relazioni e, di conseguenza, adottare contenuti e strategie didattiche per giungere a risultati capaci di fornire competenze utili per interpretare le problematiche ambientali e quelle dello sviluppo ed integrazione, nonché di incidere sugli stessi atteggiamenti della gente rispetto a queste problematiche.