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di struttura geometrica, il parallelepipedo a sei lati, anche se
con di dimensioni, orientamenti, distanze prospettiche molto
diversi.
Se da un lato ho lavorato con una struttura a soli sei lati che
limita il margine di errore nella costruzione dei telai, dall’altro
mi sono chiesto di fare cose molto diverse all’interno di questo
spazio, cioè di giocare all’infinito il tema di un contorno simile
ma mai uguale che riferisce ad uno stesso tipo di ambiente da
punti di vista diversi, un po’ come gli ambienti in cui noi stessi
viviamo. L’uso delle geometrie, le prospettive, le espressioni
dei volti, lasciano aperte molte strade all’interpretazione di
questi spazi. Le persone che ho ritratto, come d’altronde io
stesso, vivono in città artificiali e quindi sottoposte alle regole
della geometria. E’ una proiezione possibile dei nostri
ambienti, un po’ stretti e con perimetri sostanzialmente simili,
ma anche degli spazi emotivi nei quali possiamo sentirci
costretti o dei luoghi mentali che modellano in misura più o
meno determinante il nostro essere. Se penso, mentre >> |
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