miela reina è stata qui!
presentazione del volume gentilissima signora aurelia all’accademia di venezia
Giovedì 25 maggio nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Venezia verrà presentata la recente pubblicazione Gentilissima Signora Aurelia (Juliet editrice, Trieste, 2022) realizzata da Trieste Contemporanea per la sua nuova collana di inediti libraryline. Il libro raccoglie una selezione di lettere inedite dell’artista triestina Miela Reina tratte dalla fitta corrispondenza che intrattiene con la mamma durante gli anni in cui frequenta proprio l’Accademia di Belle Arti di Venezia (1955–1959) e si chiude con due testi di approfondimento di Paola Bonifacio e di Marina Beer.
Le curatrici del libro Lucia Budini, nipote dell’artista e curatrice dell’Archivio Miela Reina, e Giuliana Carbi Jesurun, co-ordinatrice della collana di libri libraryline e presidente di Trieste Contemporanea, parleranno di Miela Reina e di questo ritrovato epistolario direttamente con gli studenti del corso di Storia dell’arte della professoressa Paola Bristot che modererà l’incontro veneziano. La discussione fin d’ora si prefigura molto interessante non solo perché verranno per la prima volta visionati e analizzati i documenti presenti su Miela Reina nell’archivio dell’Accademia ma perché si tratterà di uno stimolante confronto tra aspirazioni e aspettative da studente d’arte: di una studentessa di quasi settant’anni fa e degli studenti di oggi.
La vividissima e irresistibilmente attrattiva scrittura di Miela Reina, lettera per lettera, ci immerge nella quotidiana cornice della vita studentesca d’accademia e nella inesauribile curiosità culturale della protagonista. Soprattutto, l’eccezionale epistolario d’artista, con molti disegni, ci accompagna di anno in anno a percepire la maturazione del pensiero e il suo farsi complesso, a intendere la crescita che porta una ragazza incerta a divenire la grande artista che Miela Reina è stata: autrice, come ebbe a dire Gillo Dorfles nel 1980, «di una vivacissima, stupefatta, visione del mondo, di una attonita e apocalittica “kermesse non eroica”».