omaggio a stanisław ignacy witkiewicz
fotografie dalla collezione di stefan okołowicz. altri studi e documenti
Stanisław Ignacy Witkiewicz, Collapsed by a Lamp, ca 1913 / Janina Illukiewicz, ca 1912.
courtesy S.Okołowicz Collection
Un omaggio alla poliedrica figura artistica di Stanisław Ignacy Witkiewicz viene proposto dal 18 ottobre al 18 dicembre a Trieste. L’iniziativa è promossa dal Comitato Trieste Contemporanea, all’interno delle investigazioni nella storia dell’arte dell’Europa dell’Est alle quali l’istituzione triestina dedica attenzione fin dal 1995. In questa occasione la cura è di Gabriella Cardazzo e ci si avvale del patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, della co-produzione dell’Associazione Artspace, della collaborazione della Collezione Stefan Okołowicz e della Televisione Polacca e dell’assistenza dell’Istituto Polacco di Roma e del Muzeum Sztuki di Łódź.. La realizzazione della manifestazione è possibile grazie al supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Le attività inizieranno venerdì 18 ottobre allo Studio Tommaseo con un convegno di studi: esperti polacchi e italiani parleranno della versatile personalità di Witkiewicz, artista, fotografo, poeta, scrittore per il teatro e filosofo polacco vissuto tra il 1885 e il 1939 – ancora pochissimo conosciuto in Italia.
In questo primo organico momento di studio in Italia su uno dei protagonisti a tutto tondo della cultura polacca del primo Novecento, che influì su molti intellettuali europei, tra i quali Tadeusz Kantor, sono previsti gli interventi di Paweł Polit, curatore al Museo Sztuki a Łódź (Witkacy’s drawings and paintings: towards ontological iconography), Milada Ślizińska, docente all’Accademia di Belle Arti di Varsavia (Tadeusz Kantor performing Witkiewicz, from "The Cuttlefish" to "Umarła Klasa"), Przemysław Strożek, professore all'Istituto d’Arte dell’Accademia Polacca delle Scienze (Italian Futurists, Witkacy and the origins of photo-performance), Giovanna Tomassucci, professore all’ Università di Pisa (Stanisław Ignacy Witkiewicz: a Polish writer for today?)
Tra i rarissimi materiali cinematografici in visione al convegno, il film The Eye and The Ear di Stefan e Franciszka Themerson (1944/45, 10’) nel quale quattro canzoni del compositore polacco Karol Szymanowski vengono interpretate visivamente come progetto sperimentale di un uso dell’immagine che crei un’impressione visiva simile a quella auditiva. Ma molto attesa è anche la prima assoluta del film di Elena de Varda Witkewicz e Ingarden, un dialogo filosofico, finito di montare qualche giorno fa a Milano proprio per il convegno di Trieste Contemporanea, con materiali inediti dell’amicizia tra Witkiewicz e Roman Ingarden, il grande fenomenologo polacco allievo di Edmund Husserl.
Nella stessa giornata, a chiusura del convegno, è fissata l’inaugurazione di una mostra documentaria di fotografie dell’artista polacco, tratte dalla collezione Stefan Okołowicz. Una ventina di densi ritratti realizzati dai primi anni Dieci agli anni Trenta del Novecento – tra essi il ritratto di Arthur Rubinstein e del grande antropologo polacco fondatore dell’antropologia sociale Bronisław Malinowski, amico di Witkiewicz.
La mostra di fotografie – che durerà fino al 18 dicembre ed avrà una ricca sezione storico-documentaria – farà da “attrattore” per due approfondimenti ulteriori dedicati al teatro.
Il primo, il 19 ottobre, a cura di Loriano Della Rocca e Ludmila Ryba, con letture performative tratte da Introduzione alla teoria della forma pura nel teatro, La gallinella acquatica, Il pazzo e la monaca, Narkotyki –Niemyte dusze (Narcotici – Le anime mal lavate, prima traduzione italiana di Ludmila Ryba). I curatori della serata, il primo attivo in Italia e la seconda in Francia, sono stati entrambi attori del Cricot 2 di Tadeusz Kantor per tutti gli anni Ottanta e fino al 1992.
Nel secondo appuntamento teatrale, mercoledì 18 dicembre in occasione del finissage, sarà offerto da Andrzej Welminski un approfondimento attoriale: l’artista polacco e membro della compagnia di teatro di Tadeusz Kantor parlerà sul tema della performance secondo Witkiewicz.
Nella sezione documentaria della mostra, che proporrà rare edizioni dei testi di Witkievicz, il cinema sarà ancora un protagonista. Da segnalare una serie di documentari in collaborazione con Telewizja Polska, la televisione nazionale polacca, e il film Lovelies and Dowdies di Ken McMullen (UK, 1974, 30’), che restituirà le influenze di Witkiewicz su Tadeusz Kantor.
Anticipiamo alcuni passi dell’intervento al convegno di Giovanna Tomassucci:
Dai primi anni ‘60 Witkiewicz (noto anche sotto lo pseudonimo Witkacy) è stato oggetto di numerosi riconoscimenti in Occidente: in gran parte grazie a Kantor e alla seconda edizione di The Theatre of the Absurd di M. Esslin (1969), che lo ha incoronato “precursore del teatro dell’assurdo” a fianco di Jarry, Artaud, Ionesco e Beckett. […] Sia nel teatro, che in letteratura e in pittura amava il pastiche, la rivisitazione farsesca, la fusione dei generi. La sua inventiva linguistica era spudorata. Ricorreva a una “psicologia fantastica”, lontanissima dal senso comune, a una “deformazione programmatica" che innestava situazioni e personaggi incompatibili. Alcune sue opere replicavano titoli, motivi e personaggi di commedie e romanzi della tradizione ottocentesca, con il loro repertorio di triangoli amorosi, istrioniche imprese, agnizioni. Altre richiamavano motivi dei grandi maestri: Čechov, Ibsen, Strindberg, e il visionario drammaturgo, suo compatriota, Stanisław Wyspiański. Su questo bric-à-brac, ambientato come un varietà dentro antri infernali, antichi manieri, isole tropicali o manicomi, incombeva l’ombra inquietante del totalitarismo e delle nuove società massificate. Imbottite di grottesco e nonsense, le sue pièces erano al tempo stesso piene di pathos e inquietudine. Ma proprio la deformazione parodistica doveva conferire un "profondo significato formale" al teatro: una volta ribaltati clichés convenzioni […], il teatro si proponeva quindi come un ultimo antidoto o come una sorta di tempio, similmente alla "religione senza religione" di un altro grande protagonista del teatro polacco, J. Grotowski.
L'attesa del "miracolo", il sogno di "mondi incantati" sono stati per Witkiewicz un motivo centrale, d’ispirazione romantica e simbolista. Egli ha potenziato all’estremo gli aspetti grotteschi della belle époque “prorogata” di un’Europa uscita dalle atrocità della grande guerra, che si i lludeva di ricevere benessere e divertimento dalla modernità. In questi fenomeni vedeva la fine epocale di una civiltà millenaria. I suoi eroi – artisti falliti e nostalgici – sono una sorta di flâneurs che vagano tra le rovine. Vicino a loro si affacciano nuove figure: preti e donne rivoluzionarie, dittatori, uomini-automa, iper-operai.
Witkacy ha rappresentato l'infelicità della vita quotidiana, della famiglia e della società attraverso il filtro dell’"insaziabilità" […]. Lui che aveva vissuto in prima persona la rivoluzione russa, intuì subito che la contemporaneità stava producendo dei surrogati sotto forma di ideologie. Che non solo nei paesi totalitari, ma ovunque, l’umanità optava per l’omologazione, il conformismo, l’ottundimento delle coscienze. (Giovanna Tomassucci)
Trieste, Studio Tommaseo, via del Monte 2/1
OMAGGIO A STANISŁAW IGNACY WITKIEWICZ
18 ottobre – 18 dicembre, 2013
lunedì > sabato 17 > 20
ingresso libero
a cura di Gabriella Cardazzo
una produzione Trieste Contemporanea
in collaborazione con l’associazione ArtSpace
con il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano
con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
si ringraziano per l’assistenza
Istituto Polacco di Roma
Muzeum Sztuki di Łódź
Stefan Okołowicz
Telewizja Polska Warsaw.
INFO +39 040 639187
info@triestecontemporanea.it