presence, mostra di hr-stamenov
premio giovane emergente europeo trieste contemporanea 2011
Pubblichiamo qui sotto il testo di Iara Boubnova scritto per il catalogo del dodicesimo Premio Giovane Emergente Europeo Trieste Contemporanea, assegnato il 10 dicembre 2011 all’artista bulgaro HR-Stamenov.
Concentratevi nel guardare il mondo e cercate
quell’azione possibile che potrebbe non essere
ancora mai accaduta.
Mark Manders, Instruction, 1998. In: Do It, Hans
Ulrich Obrist (ed.), 2005.
HR-Stamenov è un artista contemporaneo che è nato in Bulgaria; ha studiato in Italia; vive in Germania ed è convinto che i miracoli accadono davvero.
La vita di oggi, tra le sue numerose e grandemente diverse proprietà, è caratterizzata da una sempre più debole capacità dell’uomo di scuotersi nei sensi, di sorprendersi del sobbalzare del proprio cuore e di sentirsi estasiato fuori da ogni logica. Il mondo oggi viene “definito” con perfezionismo sempre crescente ed è ovvio che può essere misurato in qualunque modo. Nell’era della travolgente ma superficiale disponibilità d’informazione e dell’accesso universale ad essa, sembra che ne sappiamo sempre di più su come le cose accadono. Per questo non diamo molto significato al fatto di restare stupefatti o sorpresi. Anche quando percorriamo la distanza di migliaia di chilometri in appena poche ore, mentre voliamo alti oltre le nuvole, siamo portati a rimanere incollati ad uno stupido monitor o a lamentarci per i sedili stretti. A stento realizziamo che stiamo in quel momento prendendo parte a un incredibile miracolo – volare!
Anche l’arte che per secoli è stata autorizzata a procurare relazioni tra l’uomo e il mondo dei miracoli è sempre più riluttante ad assumersi il rischio di occuparsi di tali faccende. L’ansioso pubblico dell’arte del giorno d’oggi è bombardato da immagini da ogni dove. Naviga la sfera visiva con la forza dell’abitudine e se lo si volesse scuotere dalla routine bisognerebbe costruire una serie di circostanze davvero complesse.
Nell’ideazione della famosa mostra Iconoclash al ZKM di Karlsruhe (Germania, 2002) Bruno Latour, uno dei curatori della mostra, definisce il nostro tempo come caratterizzato da “una incertezza profonda e inquietante su ruolo, potere, status, pericolo e violenza di una data immagine o di una data rappresentazione”. Nell’interpretazione di quanto sopra espresso, che da l’artista HR-Stamenov, lo spettatore deve essere “strappato” dal suo stato di confusione visiva per mezzo dell’arte. In questo compito HRStamenov fa affidamento sulla capacità precipua dell’uomo di utilizzare i due modi apparentemente opposti che abbiamo di esperire il mondo; egli tenta di imbrigliare il razionale e l’emozionale, i due emisferi del cervello, perché lavorino insieme.
Le opere di HR-Stamenov creano sempre un qualche tipo di “effetto”. Ma non nel senso che sta alla base della “società dello spettacolo”; i suoi effetti sono più vicini a quelli della natura, indagati e insegnati nei normali corsi di fisica. Basati sulle teorie, sulle ricerche scientifiche, sui materiali sperimentali così come su ipotesi e supposizioni ancora non verificabili, i suoi lavori si rivolgono alla tradizione emozionale delle arti visive tanto quanto afferiscono allo spazio della moderna conoscenza scientifica. In qualche modo le performance/ installazioni di HR-Stamenov, spesso in forma video, sono derivazioni dirette delle più moderne visualizzazioni del sapere. Nel linguaggio dell’arte visiva non è una semplice traduzione di un fatto, che produce un artefatto; queste opere esistono perché legate a cause, storie, esperienze, relazioni, valori, aspettative, opinioni e perfino profezie.
Un intero ciclo di lavori è dedicato al teletrasporto, sogno antico ma ancora non realizzato di generazioni di scienziati, scrittori e personaggi di fantascienza. L’artista usa la parola “teletrasporto” spiegando la misteriosa scomparsa di un treno, avvenuta anni fa in Bulgaria, in una sorta di buco di luce (W24° 58’59,43” N42° 07’55,29”, 2009-2010). Le caratteristiche inesplorate di questo fenomeno lo fanno diventare un portale spazio/temporale a più uscite, ragione per cui questo treno compare in luoghi e momenti diversi. Non senza ironia per la condizione odierna delle menti della gente, sottoposte dalla speculazione dei mass media ad un pesante lavaggio del cervello, HR-Stamenov di fatto “mette in scena le condizioni di possibilità” nelle quali il fenomeno dell’apparizione di questo treno può essere osservato. Sceglie un momento e una situazione per invitare il suo pubblico in luoghi non convenzionali intorno a Firenze, Milano e Monaco acciocché gli astanti si trasformino in testimoni oculari di un evento apparentemente inspiegabile (invece che partecipare ai rituali predefiniti dell’andare ad una mostra).
Variable Physical Status (stato fisico variabile) (2011) è un breve racconto visivo su un tipico uomo politico bulgaro (interpretato dall’artista stesso) che si trova in una situazione simile a quella del treno – il politico viene inghiottito dalla luce e scompare. Gli arredi scelti con cura per l’ufficio del politico, gli abiti e il suo comportamento teso non sono probabilmente il centro dell’attenzione in questo lavoro che, come usuale per questo artista, è accompagnato da una quasi pienamente convincente descrizione “scientifica” del fenomeno osservato. Ad una seconda lettura l’opera rivela maggiori complessità, e ci si accorge che la logica della percezione visiva, analizzata nell’arte nel corso dei secoli, è usata in questo caso con una comprensione che va oltre al semplice effetto naturale/scientifico. Come viene detto riguardo al teatro realista – l’autore risulta molto convincente attraverso l’uso dei dettagli.
Un altro personaggio che sparisce attraverso un buco di luce è il personaggio di T.S., che oltrepassa i limiti della realtà conosciuta (Disappearance of bio element into light hole / disappearance of T. S. / The phenomenon from 16:34’52. 29.03.2010) (scomparsa di bio elementi nel buco di luce / scomparsa di T.S. / fenomeno accaduto alle 16:34’52. 29.03.2010), e, anche, i limiti della singola opera sono oltreppassati dall’artista. T.S. compare trasformato in fantasma in circostanze reali, ma non sufficientemente esplorate filmato dall’artista sul tetto di un antico palazzo (Lo spirito di T.S.). Naturalmente per un uomo moderno ammettere di vedere fantasmi è una faccenda che ci rende abbastanza sospettosi. Questo è il motivo per cui HR-Stamenov supporta la sua singolare abilità con prove storiche, per esempio la foto della Brown Lady (la signora in marrone), un’antica apparizione inglese fotografata dal capitano Provand e Indre Shira nel 1936 a Raynman Hall nel Norfolk. Secondo l’artista, quando una tale affermazione è confermata e giustificata da prove storiche, diventa assolutamente plausibile.
Di solito HR-Stamenov costruisce da solo i suoi scenari. E’ anche impegnato ad “inscenare” lo spettacolo e a fornirne le prove: seleziona e prepara i siti, dirige i collegamenti tra gli elementi multimediali del suo lavoro ed anche documenta i risultati. In perfetta sintonia con i postulati dell’estetica relazionale, dare corpo materiale al progetto non sembra essere proprio così importante quanto lo è il sistema di comunicazione nel quale l’artista si impegna con il suo pubblico. Comunque, questa comunicazione è concepita non tanto per fornire davvero informazioni su dove e quando, quanto per innescare il funzionamento sincronico dei due emisferi del cervello umano.
Nella maggior parte dei lavori di HRStamenov l’evoluzione del processo del pensiero, le ipotesi mutevoli e l’accumulo di materiale probatorio sono fissati in serie di disegni con testi. Queste ci ricordano le esplorazioni di gesso e matita dei fisici dei primi del Novecento (per esempio quelli coinvolti nel Manhattan Project). In arte un simile format visivo più tardi è associato con le letture/performance di Joseph Beuys. In ogni caso il carattere semiscientifico di questo tipo di disegni è importante perché li differenzia dal tipo più tradizionale del disegno artistico di figure. La natura di questa documentazione è una ulteriore conferma delle “qualità scientifiche” dell’opera finita e ogni nuova aggiunta apportata dai ricercatori e dagli storici al corpo delle “prove” rende la narrazione ancora più realistica.
HR-Stamenov si applica per cercare di attribuire alla luce pari importanza strumentale nella creazione delle sue opere e immagini. Sa molto bene il ruolo della luce nella storia dell’arte. Tuttavia non ritiene più che trattare la luce in modo tradizionale, come luce “rappresentata” o come luce “incorporata”, sia rilevante. Anche se si è liberi di scegliere di cercare le origini della “propria” luce nel potere di trasfigurazione della luce del monte Tabor reso celebre dall’iconologia e dalle dottrine delle sette mistiche del Cristianesimo Ortodosso d’Oriente, i più vicini predecessori di HR-Stamenov sono gli artisti moderni, i classici della ricerca e dell’investigazione come Josef Albers e la sua post-immagine (immagine residua); Hans Hofmann e il suo uso dei colori come generatori di spazio, o perfino Andy Warhol e la sua psichedelica sperimentazione cromatica.
Arte e scienza stanno ancora cercando la Grande Alleanza nei lavori di questo giovane artista che si cimenta nella combinazione di mezzi molto innovativi con narrazioni di diverse epoche storiche. Nell’installazione Interference: Between Light and Matter (interferenze: tra luce e materia) (2009) il semplice aspetto materiale dei mucchi di farina nella sala espositiva cambia fisicamente per l’effetto della luce, che conferma la sua capacità di trasformare. Nel ciclo Space 0 Space (spazio zero spazio) (2010) è la reale percezione dello spettatore ad essere trasformata. HRStamenov sta veramente domando la tempesta, riprendendo le parole stesse della sua descrizione. Le tempeste e i fulmini, invece di scoppiare dove le forze potenti della natura decidono di “orchestrarlo” (o anche su un set speciale costruito nel Nuovo Messico per volontà di Walter de Maria), si scatenano negli spazi interni di un piccolo palazzo veneziano o in qualche casa di Torino. I passanti, presi alla sprovvista, assistendo alle scariche dei tuoni e ai bagliori dei lampi che escono dalle finestre, potrebbero perfino sentirsi figli di antichi dei.
Nel contesto dell’arte contemporanea la volontà di dominare le forze della natura è un tema speciale, che è stato ormai da molto tempo descritto come una premonizione dell’esperienza della morte dell’autore… Ma HR-Stamenov sembra non riconoscere tale possibilità; fa affidamento sul potenziale demiurgico dell’artista creatore. Uno dei lavori più poetici è il video di un’installazione/performance – The Nightmare of Prometheus (l’incubo di Prometeo) (2011). Il ruolo del dio supremo è interpretato dal carismatico Alzek Misheff, il noto artista italiano di origine bulgara. Egli comanda i tuoni e i fulmini all’interno della sala finemente decorata di Palazzo Thea, sembrando più un direttore d’orchestra che lo spaventoso dio nordico Thor o l’”antropocentrico” Prometeo. Con l’aiuto della sofisticata sincronizzazione di apparecchiature audio e video in tempo reale, l’“artista-che-assomiglia-a-Dio” riesce a sottomettere quasi completamente le forze della natura.
Nel suo più recente lavoro Presence (presenza) (2011) realizzato per la sua mostra personale allo Studio Tommaseo di Trieste HR-Stamenov riporta dentro lo spazio dell’arte contemporanea, sebbene con una scala minore di associazioni, il progetto romantico, poetica che al giorno d’oggi non è molto frequentata. Affidandosi alle tecnologie interattive, alla presenza reale dello spettatore e anche all’ombra del fantasma, l’artista indirettamente conferma l’autorevole asserzione di Albert Einstein: “L’immaginazione è più importante della conoscenza”.
Iara Boubnova