dall’argento al pixel
storia della tecnica del cinema di carlo montanaro
trieste, studio tommaseo
evento: presentazione del libro Dall’argento al pixel – storia della tecnica del cinema
autore: Carlo Montanaro
editore: le Mani, Genova 2005
a cura di: Carlo Montanaro e Corrado Premuda
organizzatori: Studio Tommaseo, Associazione culturale L’Officina
luogo: Trieste, Studio Tommaseo (Via del Monte 2/1)
data: martedì 14 marzo 2006
orario: 18.00
ingresso libero
Una vera e propria storia delle tecniche che hanno permesso l’evoluzione del linguaggio cinematografico è l’argomento del volume di Carlo Montanaro “Dall’argento al pixel – storia della tecnica del cinema” (Ed. Le Mani, Genova, 2005) .
Sta finendo un’era. Dopo 110 anni nelle sale cinematografiche stanno arrivando apparecchiature che, decriptando segnali in arrivo per via telefonica (tipo Internet, per intenderci), trasferiranno sullo schermo immagini informatiche. Il cinema dovrà fare un corso d’aggiornamento perché non si distingueranno più, per trasparenza, sulla pellicola, le migliaia di figurine formate dall’argento e dai pigmenti colorati, ma tutto sarà digitale, compresso, virtuale, e costruito nell’alternanza velocissima di milioni (si spera, per ragioni di qualità) di punti, ovvero di pixel vibratili all’interno di una ordinatissima e minutissima griglia. Ma quello della proiezione è solo l’ultimo anello di una catena che sta privando il linguaggio più diretto tra quelli inventati nei secoli da l’uomo, quello che ha ridotto le distanze relativamente all’informazione alla conoscenza e alla cultura, degli elementi primari che ne hanno consentito l’esistenza. Gli altri anelli – ripresa, montaggio, effetti speciali, rielaborazione e riproduzione del suono – hanno già negli ultimi anni subìto radicali trasformazioni che spesso hanno significato progresso. Forse, allora, vale proprio la pena, dalla soglia di questa trasformazione-rivoluzione ormai definitiva, capire da dove si è partiti, come è nato il linguaggio cinematografico e come la sua grammatica prima e la sua sintassi poi si sono evolute anche grazie allo sviluppo tecnologico. Senza apparecchiature leggere per la registrazione del suono, emulsioni sensibili, apparecchiature illuminanti portatili e compatte, ad esempio, alla fine degli anni ’50 non sarebbe stato possibile costruire "correnti" di indagine e pensiero identificabili sotto le sigle di free cinema o nouvelle vague, largamente basate su riprese dal vero e non più ricostruite in teatro di posa. Quello che nel contemporaneo altri filmakers pensano di ottenere con ancora maggior incisività proprio grazie al complesso delle tecnologie digitali. Dall’argento al pixel, appunto.
Carlo Montanaro è docente di Teoria e Metodo dei Mass Media all’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Teoria e Tecnica del Linguaggio Cinematografico e Politiche e Interventi di Conservazione del Film alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ca’ Foscari. Veneziano, collezionista di film e reperti, collabora da anni all’organizzazione di festival e rassegne (La Biennale di Venezia, il Mystfest di Cattolica e Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone). E’ tra i collaboratori del quinto volume della Storia del cinema mondiale curata da Gian Piero Brunetta per Einaudi, della Enciclopedia del cinema (Treccani), della Storia del Cinema Italiano che sta pubblicando la Scuola Nazionale di Cinema.