alban muja: frammenti di muri
testo della curatrice jehona morina di introduzione alla mostra
Alban Muja, tre acquerelli su carta dalla serie Above Everyone, 2022, cm 50×38 (courtesy di Charim Galerie, Vienna).
Alban Muja: frammenti di muri
Che cosa significa vivere in spazi né completamente formati né del tutto cancellati – spazi dove detta le sue regole la necessità e come peso e risorsa allo stesso tempo la storia persiste? Le opere di Alban Muja ci invitano a esplorarli, questi spazi con strutture che emergono come dei monumenti alle vite forgiate dall’avversità, dalla resistenza e dalle ombre di passati irrisolti.
La pratica di Muja è guidata dalle dinamiche in evoluzione delle trasformazioni sociali, politiche ed economiche che sono in atto nel suo paese natale, il Kosovo, e nella più vasta regione dei Balcani. Spesso Muja si occupa dell’architettura e degli spazi pubblici, e indaga come entrambi riflettano narrazioni sociali più ampie, a volte intrecciandole con le esperienze personali. Traendo ispirazione dai processi che hanno trasformato la regione, Muja utilizza una varietà di media, tra cui video, pittura, disegno e installazioni, per esplorare le complessità del cambiamento sociale. Questa mostra riunisce due progetti dell’artista: un’installazione video a due canali e una serie di acquarelli su carta. Ambientati nei paesaggi urbani di Albania e Kosovo, questi lavori riflettono le tracce persistenti dei disordini socio-politici che continuano a influenzarne la vita quotidiana.
Nel suo video Why Kamza (2021), Muja presenta un saggio visivo che offre una prospettiva temporale su Kamza, una città alla periferia della capitale albanese, Tirana. Girato da un’auto in movimento, il video alterna riprese all’alba e al tramonto, catturando le file di negozi e gli sviluppi edilizi lungo la strada, su entrambi i lati della carreggiata. Con il suo panorama di negozi di arredamento apparentemente infinito, la scena visiva risultante crea un tableau inquietante e spettrale, contemporaneamente moderno e desolato. A prima vista, i negozi appaiono innocui, ma la loro quantità impressionante suggerisce qualcosa di anomalo. L’eccesso di attività simili o quasi identiche solleva interrogativi: questi spazi sono semplici facciate o rivelano qualcosa delle economie e delle strutture nascoste che li animano? Sebbene i dettagli locali suggeriscano una specificità geografica, la ripetitività e l’universalità delle scene non ne facilitano affatto la riconoscibilità, offrendo un più ampio commento sulla fluidità di spazi urbani plasmati dalla necessità economica e dalle transizioni post-socialiste.
La serie di acquarelli Above Everyone (2022/2023) raffigura degli edifici in Kosovo con uno strato di ampliamenti sul tetto, aggiunti sopra le strutture esistenti, che riflettono le modifiche fatte per necessità dai residenti. Queste addizioni edilizie, spesso realizzate senza permessi e in violazione delle normative edilizie in un contesto post-bellico, rispondono sia all’ingegnosità e al mettersi alla prova nel navigare tra opportunità di risorse sia ai vincoli istituzionali. Gli acquarelli di Muja catturano questa tensione con delicatezza, evitando sia un’esplorazione critica dei difetti sistemici sia un’idealizzazione di questi interventi fai-da-te. Invece, offrono una esplorazione della gamma di modi in cui gli individui si riappropriano di autonomia d’azione nel rimodellare i loro ambienti, anche quando ciò sfida le norme consolidate. Esplorando l’interazione tra ricostruzione e regolamentazione, individualità e ordine collettivo, i lavori di Muja offrono una prospettiva articolata su più piani rispetto ad una società in fase di auto-realizzazione e trasformazione.
Con Fragments of Walls, Muja esplora le tracce sottili del passato che continuano a manifestarsi nelle realtà materiali del presente. Le sue opere ci invitano a guardare oltre il visibile – considerando come le strutture, sia fisiche che simboliche, possano riflettere più delle sole praticità costruttive; ci suggeriscono storie intrise di una ricerca incessante di stabilità. Ci portano a riflettere non solo sui luoghi in cui viviamo, ma anche sulle forze che li modellano – memoria, narrazione, strutture di potere – e ci pongono una domanda più ampia: come queste tensioni tra passato e presente influenzano non solo un luogo, ma anche l’identità, sia personale che collettiva, che da esso emerge?
Jehona Morina