premio paolo cardazzo
prima edizione 2021
Paolo Cardazzo negli anni Settanta (fotografia di Gabriella Cardazzo)
Si è svolta ieri a Venezia la cerimonia di assegnazione del Premio Paolo Cardazzo 2021.
Il Premio è istituito da Gabriella Cardazzo in ricordo del fratello. Nel 2021 è alla sua prima edizione, che si avvale del supporto dell’associazione Artspace e di Trieste Contemporanea e della collaborazione di Luigino Rossi. Si tratta di un premio per la produzione di un progetto artistico, tipologia di premi ancora abbastanza rari in Italia. Esso prevede un contributo di 5.000 € a assegnare ad un’artista di età inferiore ai 40 anni, appunto invitato a presentare per il premio un progetto di un’opera inedita realizzabile attraverso le differenti forme espressive del contemporaneo.
Per la prima edizione una rosa internazionale di esperti selezionatori ha proposto 18 candidature di artisti provenienti da Bosnia, Francia, Gran Bretagna, Italia e Serbia.
La commissione selezionatrice è stata composta da: Claudio Ambrosini: artista visuale e compositore. Leone d’oro al 51° Festival Internazionale di Musica Contemporanea alla Biennale di Venezia (Italia); Mario Sillani Djerrahian: fotografo creativo e antropologo dell’immagine, già Presidente del Centro La Cappella Underground di Trieste (Italia); Manuel Frara: ricercatore tra immagine e suono. Insegna arti visive all’Accademia di Belle Arti di Venezia nella cattedra di Pittura (Italia); Carlo Montanaro: storico del cinema. Professore e Direttore all’Accademia di Belle Arti di Venezia e fondatore a Venezia della Fabbrica del Vedere (Italia); Helmutas Šabasevičius: artista che offre nuove proposte tra arte visuale e teatro (Lituania); Leon Tarasewicz: artista, già presente alla Mostra Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Varsavia (Polonia); Gian Carlo Venuto: professore di arte visuale e teoria del colore all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Milano e Torino (Italia); Andrzej Wełmiński: attore e scenografo. Ha partecipato, dal 1973 al 1990, alle rappresentazioni teatrali della Compagnia Cricot 2 diretta da Tadeusz Kantor (Polonia); Alberto Zanchetta: critico e curatore d’arte. Direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Urbino (Italia).
Ai selezionatori è stata richiesta la stessa forma di libertà di scelta nell’individuare nuove possibili prospettive per la realizzazione di un progetto che riporti l’arte al centro dei significati e dei valori per l’essere umano.
La giuria composta da Giuliana Carbi Jesurun, Gabriella Cardazzo, Fulvio dell’Agnese, Luigino Rossi, Catherine Thieck e Janka Vukmir ha deciso di assegnare il Premio ex aequo alle artiste italiane Silvia Hell per il progetto Non c’è opera d’arte che non faccia appello a un popolo che non esiste ancora e Giulia Iacolutti per il progetto Dopamina. Uno studio visivo sugli ormoni dell’amore, artiste invitate rispettivamente da Alberto Zanchetta e Gian Carlo Venuto. La giuria, congratulandosi per l’alto livello di tutti i progetti ricevuti, ha ritenuto inoltre di segnalare con una speciale menzione i lavori di Enrico Antonello, Furio Ganz e Mattia Ruffolo, Davide Mancini Zanchi, Miriam Montani, Genevieve Murphy, Francesco Poiana e Dominik Ritszel.
La festosa cornice della cerimonia di premiazione di ieri ha visto presenti esperti dell’arte contemporanea e autorevoli rappresentanti veneziani del settore. È stato inoltre deciso che verrà edito un catalogo dei progetti delle vincitrici e degli artisti che hanno ricevuto la menzione. Quanto alla mostra delle vincitrici prevista dal Premio, Trieste Contemporanea inaugurerà l’esposizione il 21 ottobre 2022 e la mostra si potrà visitare fino al 16 novembre.
Paolo Cardazzo (Venezia 1936 – 2011) dal 1966 al 1994 (fino al 1987 con la sorella Gabriella) dirige a Venezia la galleria del Cavallino (aperta dal padre Carlo nel 1942) allargando l’interesse di una delle importanti gallerie storiche italiane alle esperienze sperimentali della videoarte. Paolo, usando già alla fine degli anni Sessanta i primi videotapes non ancora professionali, porta Il Cavallino di Venezia ad essere uno dei tre maggiori centri italiani che negli anni Settanta si dedicano alla ricerca e alla produzione artistica attraverso questo nuovo medium coinvolgendo artisti italiani (Vincenzo Agnetti, Claudio Ambrosini, Anna Valeria Borsari, Pier Paolo Fassetta, Michele Sambin, Guido Sartorelli, Mario Sillani, Luigi Viola) e stranieri (tra i quali Marina Abramović, Douglas Davis, Les Levine). Il Cavallino produsse allora (fino al 1981) quasi 150 opere che ebbero una notevole circolazione nazionale e internazionale, alcune delle quali segnano la storia di questo linguaggio.