di Alessandra Knowles Il fermento culturale che da sempre anima la città di Cracovia, e che ha trovato nel Festival Kraków 2000 il modo di manifestare appieno tutte le sua potenzialità, ha il suo fondamento in una tradizione artistica così vivace che nemmeno il socialismo reale è riuscito a piegare agli interessi di regime. Una significativa testimonianza ne è la fondazione nel 1960 della Biennale Nazionale dell’Incisione, internazionalizzatasi nel 1964, diventando uno dei più importanti concorsi nel suo genere a livello mondiale. Sorta in seguito al trasferimento di maestri incisori da Varsavia a Cracovia nell’immediato dopoguerra, la allora Biennale acquisì negli corso degli anni indipendenza e fama crescenti, consentendo una flusso costante di opere e idee artistiche provenienti da tutto il mondo. In seguito alla grande svolta del 1989 la Biennale si è arricchita di nuovi contenuti trasformandosi nell’attuale Triennale, le cui opere, negli ultimi anni, sono state esposte in varie città del mondo: Graz, Taiwan, Rio de Janeiro, Kanawa. La Triennale di quest’anno, dal titolo emblematico “A Bridge to the Future” (Un ponte verso il futuro), si è incentrata sul rapporto tra passato e futuro, prendendo spunto dal significativo passaggio dal secondo al terzo millennio. All’esposizione dei lavori selezionati, presentati a settembre, è seguita la mostra dei lavori di giovani incisori polacchi, dal titolo “Recommendations - Young Polish Printmaking”. Un notevole contributo alla vivace produzione artistica della città proviene dall’Accademia di Belle Arti Jan Matejko, che oltre ad offrire un’educazione artistica tuttora considerata fra le più complete e rigorose, si prodiga nella promozione dei sui studenti sia a livello locale, attraverso un circuito di gallerie cittadine, sia internazionale, tramite una rete di contatti con accademie straniere consolidatasi nell’ambito dei progetti europei Socrates-Erasmus, Cumulus, e simili. |
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