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a cura di Trieste Contemporanea 1. Qual è il ruolo delle istituzioni statali, pubbliche e private nel finanziamento dell’arte contemporanea nel suo paese? 2. In quest’epoca di globalizazzione e di uniformazione degli standard, come viene percepita la questione della salvaguardia dell’identità culturale dagli artisti e dai curatori che lavorano nell’arte contemporanea nel suo paese? 3. Crede che i progetti di cooperazione dell’Unione Europea possano giocare un ruolo di rilievo nella promozione di artisti dell’Europa orientale sulla scena internazionale? si sono registrate esperienze positive in questo senso nel suo paese? ALEXANDER FEDORUK New Creative Association Fund, Kiev - Ucraina. Commissario per l’Ucraina alla 49a Biennale di Venezia. 1. Lo stato gioca un ruolo di fondamentale importanza nel finanziamento dell’arte contemporanea in Ucraina. Sono le istituzioni che consentono all’arte di evolvere in varie direzioni anche se, tanto i finanziamenti privati quanto quelli pubblici, hanno un carattere per lo più casuale e soggettivo dal momento che in entrambe queste organizzazioni mancano figure professionali competenti. Credo, tuttavia, che i finanziamenti privati possano condurre ad un atteggiamento di tipo feudale nei confronti dell’offerta di opportunità agli artisti e dell’evoluzione dell’arte. 2. L’identità culturale non dipende dagli artisti o dai curatori ma dalle istituzioni che finanziano l’arte che e che spesso impongono i propri gusti e interessi. 3. Ora gli artisti ucraini spingono molto verso la consolidazione dell’arte europea. Se la cortina di ferro e il realismo sociale hanno soppresso la libertà creativa, ora le relazioni inter-culturali fra l’arte ucraina e europea sono importanti e necessarie. L’arte underground in Ucraina ha lavorato molto in direzione dell’unificazione con l’Europa. Le modalità di cooperazione fra il Fondo Europeo e quello Ucraino non sono ancora state stabilite visto che l’Ucraina non è ancora un membro dell’UE, tuttavia vi è un esempio di collaborazione riuscita tra la “New Creative Association (Fund)” e “Kaleidoscope” grazie alla mediazione del Fondo Danese. AURORA FONDA Curatore indipendente. Commissario per la Slovenia alla 49a Biennale di Venezia 1. La Slovenia pur essendo un paese piccolo tende ad investire sia da parte dello Stato che da parte delle ditte private una percentuale alquanto elevata del proprio budget nella cultura e nella sua promozione. Ovviamente non avendo ancora raggiunto uno standard europeo, queste cifre risultano insufficienti per progetti e manifestazioni ambiziose che richiedono sforzi finanziari notevoli. Ciò nonostante esiste nel paese un grande attività e un'ampia produzione, spesso di ottima qualità. 2. La globalizzazione è una parola ambigua, l'importante è non demonizzarla e per quanto riguarda l'universo culturale sloveno, ciò che io noto è che la maggior parte degli artisti e curatori sono capaci di gestirla in modo costruttivo, ovvero ne sfruttano le ampie possibilità offerte. Al contempo, però sono capaci di attualizzare quegli elementi che definiscono parte dell'Identità della cultura slovena. 3. Credo che i progetti EU siano un'importante fonte di promozione culturale, attraverso la quale personalmente ho già avuto modo di operare. KATARINA RUSNAKOVA Curatore indipendente e critico d’arte, commissario per il primo progetto comune delle Repubbliche Ceca e Slovacca alla 49a Biennale di Venezia. 1. C’è un problema di mancanza di competenza nel sostegno e nel finanziamento dell’arte contemporanea nella Repubblica Slovacca. Sfortunatamente la maggior parte delle gallerie è stata paralizzata da un’assurda manovra di riorganizzazione durante il precedente governo Meciar, e infatti non c’è né un museo né una kunsthalle di arte contemporanea in Slovacchia. Un supporto consistente all’arte contemporanea viene dato dalle fondazioni internazionali quali il Centro Soros per l’Arte Contemporanea e la Pro Helvetia. 2. Credo che la questione dell’identità culturale venga manipolata a seconda dei particolari obiettivi politici. L’intera sfera socio-culturale è ancora profondamente influenzata dalla politica e in linea di massima prevalgono ancora opinioni e atteggiamenti di tipo conservativo. 3. Considero la partecipazione di artisti dai paesi in fase di pre-accesso alla scena internazionale molto importante; la reciproca comunicazione, che da adito a nuove modalità di cooperazione, non può che contribuire al processo di comprensione reciproca generando idee e pratiche artistiche innovative. In questo senso posso menzionare più di una mostra significativa: “After the Wall” (“Dopo il Muro”), “Aspects/Positions-50 Years of Art in central Europe 1949-1999” (“Aspetti/posizioni-50 Anni di Arte in Centro Europa 1949-1999”) e “Manifesta” che ha coinvolto artisti slovacchi. |
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