di Rosa Barovier Mentasti Dopo la gravissima crisi che colpì l’economia veneziana e in particolare il vetro per tutto il cinquantennio seguente la caduta della Serenissima, l’attività vetraria riprese con vigore a partire dagli anni sessanta dell’Ottocento. Due istituzioni costituirono un riferimento fondamentale per i vetrai del periodo, il Museo Vetrario, fondato nel 1861, dove essi potevano documentarsi sugli aspetti tecnici ed estetici della vetraria antica, e la Scuola di Disegno per Vetrai, fondata nel 1862, dove essi seguivano lezioni di disegno accademico e di ornato. Dalla sua fondazione fino ai primi anni settanta del XX secolo i più validi vetrai muranesi frequentarono la scuola serale, riuscendo così ad acquisire la capacità di stendere un loro progetto e di leggere convenientemente i progetti altrui e di elaborare una sensibilità artistica ed un senso delle proporzioni indispensabili per chiunque lavori nel settore dell’artigianato d’arte. La Scuola di Disegno morì di morte naturale nel periodo della contestazione. Molto presto però, circa vent’anni fa, il Comune di Venezia concepì l’idea di fondare una nuova scuola adeguata ai tempi, molto più articolata, che comunque operasse ai fini della formazione e della riqualificazione dei vetrai muranesi. A tale scopo acquistò un edificio di archeologia industriale, già sede periferica della Montecatini, procedendo ad una ristrutturazione su progetto dell’Arch. Franca Pittaluga, con la collaborazione dell’Arch. Pietro Zan. L’architettura dell’edificio ha un notevole fascino, che è stato valorizzato dalla ristrutturazione, e comprende una fornace tipicamente muranese, un laboratorio per la modellazione a lume di perle e di figurine, un laboratorio per incisione e molatura non ancora ultimato, un laboratorio di vetrate a piombo, un’aula informatica, un’aula di disegno ed un’aula per lezioni teoriche. La biblioteca è a specializzazione vetraria ma avrà anche in deposito archivi di vetrerie e di laboratori vetrari del passato, a disposizione degli studiosi. Si prevede inoltre l’allestimento di un laboratorio di fusing e di un laboratorio di decorazione a smalto e a foglia d’oro. La grande hall dell’edificio costituisce lo spazio ideale per conferenze e per mostre, ovviamente vetrarie. Il bellissimo edificio scolastico è stato consegnato dal Comune di Venezia alla Abate Zanetti S.R.L., i cui soci sono il Comune di Venezia, la Provincia e la Camera di Commercio, che gestiscono l’istituzione attraverso un consiglio di amministrazione, presieduto dal Comm. Guido Ferro, già presidente degli industriali del vetro della provincia di Venezia. La denominazione della scuola deriva dal nome di quell’abate muranese Vincenzo Zanetti che fondò negli anni 1861-62 il Museo Vetrario e la prima Scuola di Disegno, ambedue fondamentali per il risorgimento della vetraria muranese nell’Ottocento. Il coordinamento didattico è stato affidato a chi scrive, Rosa Barovier Mentasti, mentre il coordinamento di gestione è stato svolto da Giovanni Finco. L’arch. Pietro Pelzel ha prestato una indispensabile consulenza tecnica relativamente all’allestimento delle attrezzature e al funzionamento della fornace e dei laboratori. Non va dimenticata la multiforme segretaria Silvana Gubetta, una piemontese da tempo ormai inserita nel mondo vetrario veneziano. Qual è la missione della scuola? Principalmente gli utenti della scuola sono i muranesi, i veneziani e gli abitanti della vicina terraferma che sono interessati ad intraprendere un lavoro nel settore vetrario. È molto più complesso l’avvio di corsi di lavorazione del vetro in fornace, poiché la gestione della fornace di tipo muranese, compresa nella scuola, è estremamente costoso, alla pari di quello di tutte le fornaci attive nell’isola. A Murano l’unica scuola del vetro è sempre stata la fornace - ma questa sembra essere una via indispensabile, anche se non certo l’unica, per rinvigorire l’interesse dei giovani nei confronti del vetro e dare loro le motivazioni culturali perché intraprendano un itinerario professionale nel settore vetrario. In America, in Australia e nel Nord europeo si giunge alla fornace attraverso una scuola a specializzazione vetraria, che offre non soltanto corsi pratici ma anche lezioni teoriche di tecnologia vetraria, di disegno, e design, di storia dell’arte e di arte del vetro. Se oggi a Venezia si lamenta una caduta di vocazioni, perché non riproporre in chiave muranese l’esempio positivo di altri paesi? È ovvio che la scuola aspira ad degli sponsor generosi, che coprano i costi di varie attività, ma per ora ha ottenuto interessanti sponsorizzazioni dall’Associazione Margherita Ripamonti per la realizzazione di un giardino alberato che garantirà un’area di riposo ma anche didattica agli studenti, cui contribuisce la ditta Insulae per le zone pavimentate. Un aiuto negli arredi è stato dato da Aldo Bellini della galleria La Scaletta di Vetro di Milano, da Trudy Sammartini e, per l’allestimento della mostra “Fragile!” di Trieste Contemporanea, da Renzo Ferro, amministratore della Rovefin Finanziaria e della Laguna Murano Glass: Lele Masiol, gigantesco gestore del ristorante alla Busa di Murano, ha sempre offerto i parties in occasione di inaugurazioni e conferenze. La associazione Soroptimist di Venezia ha versato la cifra considerevole di 3000 Euro per borse di studio. La scuola ha insomma degli amici. E ne avrà in futuro. Rosa Barovier Mentasti |
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