di Corrado Premuda “i_CAN” (International Contemporary Art Network Association) è un network internazionale registrato nei Paesi Bassi come organizzazione a finanziamento pubblico. Il suo scopo è di creare e sostenere una struttura di collaborazione nel campo delle arti visive contemporanee e della cultura coinvolgendo artisti, critici, curatori e amministrazioni dell’Europa centro-orientale. Favoriti sono gli scambi di informazioni tra i membri, tra essi e altri paesi, la partecipazione attiva alle questioni sull’arte contemporanea, la promozione e la ricerca di fondi per l’attività artistica dei paesi dell’area europea centro orientale. “i_CAN” c/o Geurt Imanse, Chief Curator, Stedelijk Museum, Amsterdam. “i_CAN” è nato nel 1999 a Budapest come reazione alla volontà di George Soros di interrompere il suo contributo al Centro Soros per l’Arte Contemporanea. Fino dalla sua iscrizione ad Amsterdam come International Contemporary Art Network si tratta di un’organizzazione no profit, una sorta di network post Soros che si adatta alle nuove circostanze. Quasi tutti i membri che ne fanno parte erano allora nella fase di trasformazione dalla struttura Soros a organizzazioni indipendenti e questo processo ha creato una fitta rete di contatti tra istituzioni di città lontane come Skopje, Praga, San Pietroburgo. La molteplicità delle realtà coinvolte fa capire quanto differenti siano le coordinate geopolitiche e ideologiche in seno al network, e quanto queste minino il suo equilibrio. Oggi infatti assistiamo a delle rotture nel vecchio blocco dell’Europa centro orientale, in quanto alcuni paesi stanno per entrare a far parte dell’Unione Europea e altri tentano di modernizzarsi per riuscire a farne presto parte. Non è difficile capire, perciò, come il cambio delle prospettive faccia mutare anche gli obiettivi e la missione di “i_CAN”. Secondo Jerzy Onuch, direttore della Fondazione CCA di Kiev e tesoriere di “i_CAN”, “la situazione è quasi schizofrenica, perché la forza di questi paesi centro-est europei sta nel loro glorioso passato ma d’altra parte essi non vogliono essere etichettati come ciò che resta dell’iniziativa di Soros o come i successori dell’impero sovietico”. Proprio per evitare ciò si è deciso di concentrare le energie di questo network intorno al sito internet che rappresenta così un’estrema fonte d’arte per l’Europa centro orientale. “i_CAN” vuole essere una piattaforma pubblica che promuove le attività sia del network nel suo insieme che dei singoli membri nel rispetto del loro contesto geopolitico. L’importanza delle comunicazioni e degli scambi attraverso la rete per i paesi aderenti al network si consolidò quando i venti centri per l’arte contemporanea creati da Soros e sparsi in diciotto paesi cominciarono a sviluppare le loro politiche seguendo i bisogni locali e abbandonando quindi un percorso comune. L’originalità di “i_CAN”, poi, sta nell’approccio critico al campo dell’arte contemporanea e alla situazione socio-politica. Attualmente il sito utilizza la sostanza dei normali network d’arte e di cultura ma il sostegno della fondazione Soros rimane effettivamente insostituibile e c’è ancora la necessità di appoggiarsi a contributi esterni. La situazione di molti paesi dell’area europea centro-orientale è ancora ben lontana da una normalizzazione sociale, politica, economica. Onuch ricorda anche lo scopo originario per cui è nato “i_CAN”, cioè creare una piattaforma comune per operare e per presentare i membri ai potenziali finanziatori come un gruppo. Il fatto di registrare il centro ad Amsterdam è servito ad essere legittimati, in qualche modo, dalla Comunità Europea e ha comportato il sostegno della Fondazione Culturale Europea. Una delle difficoltà da lui rilevate è quella di cancellare il retaggio di essere un’istituzione Soros, le cui attività hanno creato scontri interni in diversi paesi dell’area interessata, e di creare un’immagine nuova. Il patrimonio positivo che resta dall’epoca Soros sono i contatti con molte delle fondazioni che ne ricevevano benefici: la documentazione, le risorse pratiche diventano una ricchezza da condividere e accrescere. Il sito web è stato pensato come lo spazio per le reciproche comunicazioni. L’editore, Alenka Pirman, riceve informazioni da ogni membro e le sistema, così da creare una finestra sempre aggiornata delle proposte e delle iniziative. Tra queste, recentemente è stata introdotta “Art work of the mouth” che vuole promuovere artisti molto giovani presentando i loro lavori in rete, c’è inoltre il progetto di mettere sul network una corposa raccolta di testi critici provenienti da diversi paesi affinché siano a disposizione di ricercatori e curatori. Per evitare di ripetere gli errori del passato, quando ogni paese finì per operare per conto proprio, si punta adesso sul miglior veicolo possibile, il sito on line di “i_CAN”, un terreno comune attraverso cui le informazioni sono condivise da tutti i membri del network. |
|