Gaetano Mainenti
Prosegue all’interno della sezione arti visive di Trieste Contemporanea l’appuntamento annuale con un giovane artista emergente europeo. Se nelle scorse edizioni un allestimento specifico per lo Studio Tommaseo era stato affidato al georgiano Gia Edzgveradze e alla slovena Mojca Osojnik, è ora il turno del veneziano, Gaetano Mainenti, già nella compagine presentata al Ludwig Museum of Contemporary Art di Budapest nel 1999 e attivo teorico della pittura. Mainenti infatti lavora secondo una solida prassi di costruzione totale dell’opera, a partire dalla carta stessa e dai colori, fino alle elaborate riquadrature astratte delle immagini iconiche realizzate secondo complesse proporzioni e tecnologie attuative.
In un tempo in cui spesso si usa liquidare il mezzo pittorico tra quelli a “bassa tecnologia” in favore di altre tecniche espressive provenienti dal mondo virtuale telematico, questo artista riparte dal “grado zero” del disegno a grafite per farci discutere, davanti alla poderosa eminenza qualitativa delle sue opere, sulla perfetta salute del ruolo del simbolo, così come ci viene consegnato dalla storia dell’uomo, mentre una serie di volti femminili enigmatici e antichi - inquadrature di primissimo piano ma mai ritratti, nemmeno ideali - si rincorrono sulle pareti della sala espositiva e una strana densità viene istintivamente percepita...
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